Trieste e l’abolizione di una Provincia inesistente ed il caso degli alloggi della Provincia di Trieste.

La Voce di Trieste in data 16.01.2014 pubblica:

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ed ecco cosa viene pubblicato nei mesi successivi del 2014 in riferimento al caso degli alloggi della Provincia di Trieste. I cittadini reclamano la proprietà degli alloggi avuti in base agli Ordini del G.M.A..

Tratto dal giornale IL PICCOLO

Via Margherita, gli inquilini chiedono il sequestro

Ricorso per far togliere gli edifici alla Provincia: «Ormai è un ente in liquidazione» Palazzo Galatti pronto alla battaglia: «Richiesta priva di ogni fondamento»

di Giovanni Tomasin 27.02.2014

 CaseViaMargherita

La Provincia di Trieste rischia di vedersi sequestrare i condomini di via Margherita proprio nel momento in cui sta per venderli. Nel lontano 1949 nessuno, al Governo militare alleato, avrebbe potuto immaginare che avviando la costruzione di quattro palazzine per i dipendenti dell’ente avrebbe creato i presupposti per una battaglia legale che oggi, 65 anni più tardi, continua ad infuriare. Da lungo tempo gli inquilini rinfacciano alla Provincia di trascurare gli immobili e chiedono risarcimenti, ma ora la vicenda si è arricchita di un nuovo capitolo.

È al vaglio del giudice del Lavoro, infatti, un ricorso per sequestro conservativo dei beni avanzato dagli inquilini. Una richiesta che, se il giudice dovesse ritenerla fondata, sfilerebbe le palazzine di mano alla Provincia proprio nel momento in cui questa si appresta a venderle.

La prima causa Un gruppo di inquilini avviò la prima causa nel 2007, vincendo in primo grado nel 2010 e in appello nel 2013. L’avvocato Livio Bernot, legale degli inquilini, ne spiega così le motivazioni: «Chiediamo che venga riconosciuto il fatto che per molti anni gli inquilini hanno pagato una cifra mensile inquadrata come equo canone – dice -, che non si può applicare alle strutture residenziali pubbliche». Gli inquilini chiedono quindi la restituzione della cifra o la sua valutazione come «corrispettivo di acquisizione» per entrare in possesso degli appartamenti. La Provincia, però, non ha rinunciato a lottare. Su questa causa pendono infatti un ricorso in Cassazione e una richiesta di revocazione ordinaria delle sentenze di primo grado e di appello.

Secondo il legale dell’ente le sentenze vanno riviste: «A nostro avviso la soluzione del contenzioso risiede nel regolamento provinciale per gli stabili – spiega il legale dell’ente avvocato Paolo Stern -, che quantifica il canone rinviando alle norme nazionali per l’edilizia pubblica». La Provincia si richiama ai fascicoli depositati dai singoli assegnatari per cui l’equo canone è previsto in contratto o è stato comunque pagato, il che configurerebbe un’accettazione implicita.

Il ricorso per il sequestro due giorni fa, però, è stata discussa davanti al giudice del Lavoro la richiesta di sequestro. «Chiediamo il sequestro conservativo degli appartamenti di via Margherita e di altri quattro di via Sanzio – spiega Bernot -. La ragione è l’ormai prossima “liquidazione” delle Province decisa dal parlamento, che rischia di lasciare gli inquilini con un pugno di mosche».

Secondo Stern la richiesta è priva di fondamento: «Non c’è alcuna “liquidazione” – dice -. Per eliminare le Province servirebbe una revisione costituzionale. L’unica realtà normativa effettiva è il disegno di legge Delrio, approvato alla Camera e al vaglio del Senato, che modifica e non abolisce gli enti. In ogni caso quella stessa legge prevede che le città metropolitane succedano nel patrimonio attivo e passivo alle Province».

Su queste basi il giudice del Lavoro, Silvia Burelli, si è riservata di esprimersi. La sua decisione dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e andrà ad aggiungere un nuovo tassello in un labirinto giudiziario di durata ormai pluriennale.

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Tratto dal giornale IL PICCOLO

Addio Province, nascono i “super Comuni”

La giunta Serracchiani ridisegna la mappa degli enti locali. Territorio suddiviso in 18 Ambiti fino a 50mila abitanti. Trieste viaggia da sola

di Marco Ballico  18.06.2014

Le comunità montane spariranno. Stavolta davvero, a quanto pare. E con esse associazioni e unioni comunali che erano state introdotte dalla legge 1 del 2006, quella targata Franco Iacop, allora assessore della giunta Illy. Al loro posto, con un nome forse ancora da perfezionare, nascono gli Ambiti, la nuova suddivisione, anche geografica, del Fvg.

Gli ambiti

La maggioranza di centrosinistra, in un percorso che lo stesso Paolo Panontin definisce «ancora da condividere in alcune parti», sta abbozzando la riforma degli enti locali. L’assessore alla Funzione pubblica ha ben chiara la filosofia ma non vuole anticipare più di tanto dei dettagli. Gli Ambiti, a quanto risulta, potrebbero essere 18, uno di questi vedrebbe Trieste in solitaria. Ma le conferme, appunto, non arrivano, non prima di un vertice di coalizione fissato nell’ultima settimana di giugno.

I contenuti

Ma come funzioneranno questi Ambiti? Che competenze gestiranno? Come saranno governati? Premesso che, prima delle ufficializzazioni, «è corretto e opportuno trovare il consenso più ampio possibile all’interno della maggioranza per poi confrontarsi anche con le opposizioni», Panontin chiarisce che numero e perimetri degli Ambiti non sono ancora definiti, così come vanno ulteriormente raffinate la rappresentatività dei territori (in questo tema rientra la questione minoranze) e la quantità, oltre che l’intensità delle funzioni da attribuire ai nuovi organismi.

Gli enti da cancellare

Sono i tre temi cardine su cui la maggioranza è impegnata a chiudere una prima bozza di testo. Nella convinzione già acquisita peraltro che questi Ambiti andranno a sostituire, cancellandole, le comunità montane e le diverse convenzioni, associazioni e unioni intercomunali partorite dalla legge 1. Si trattava, nello spirito della legge, di favorire comunioni d’intenti tra Comuni contermini inseriti in contesti omogenei dal punto di vista territoriale e socio-economico, finalizzate alla gestione associata di una pluralità di funzioni e servizi. Qualche esempio? L’esercizio congiunto poteva riguardare finanza e contabilità, tributi, commercio e attività produttive, urbanistica, servizi tecnici, gestione del personale e polizia municipale.

Gli abitanti

L’intento è ora di far nascere, sotto la veste degli Ambiti, aggregazioni sovracomunali più ampie di quanto poi concretizzato con la legge Iacop. Sulla carta, stando alle volontà già espresse di Panontin, si punta a mettere insieme fino a 50mila abitanti, fatte salve le deroghe per la montagna ma con un sistema istituzionale che funzionerà allo stesso modo in Alto Friuli come in pianura.

Sistema duale

Di certo, una volta superate le Province, lo schema sarà duale. Da una parte la Regione, dall’altra i Comuni, aggregati per ambiti omogenei, rimarranno i due soli livelli istituzionali a dividersi le competenze della pubblica amministrazione in Fvg. Comprese quelle ancora nelle mani degli organi provinciali: mobilità, ambiente, viabilità, edilizia scolastica e lavoro. Con la Regione che ne uscirà presumibilmente alleggerita rispetto a oggi e i Comuni più responsabilizzati (e finanziati).

L’iter

Uno schema che la giunta intende portare in Consiglio nel 2014, per poi farlo diventare operativo entro il 2015. «Siamo ancora in una fase in cui le diverse tematiche vanno digerite dai gruppi di maggioranza – aggiorna Panontin -, conto che la giunta possa approvare in via preliminare il ddl prima della pausa estiva». Dopo di che si tratterà anche di evitare il “traffico” autunnale: «Siamo impegnati anche su altri fronti importantissimi, dalla sanità alla cultura. E dunque andrà evitato di portare in una stessa seduta consiliare provvedimenti così rilevanti in contemporanea». In ogni caso, dopo il percorso consiliare e il confronto con i diretti interessati, quindi il Consiglio delle Autonomie, la riforma dovrebbe approdare in aula prima della maratona della Finanziaria di fine anno.

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Pubblicato da blogstelle

Cittadino interessato alle attualità