STORIA RECENTE DIMENTICATA E IL CASO STRANO DELLE CASE ex G.M.A. a Trieste

STORIA RECENTE DIMENTICATA e RILEVANZA PER IL CASO STRANO DELLE CASE ex G.M.A. a TRIESTE

Riassumo un po’ di storia per evidenziare come la verità ancora oggi viene tacitata da “poteri forti” che non vogliono far conoscere al PAESE cosa accade a Trieste nel mancato rispetto della Costituzione italiana che afferma il rispetto dei TRATTATI di Pace e successive Leggi. Il mancato rispetto o addirittura abolizione di parti della Costituzione relativa a tali voci significa non riconoscere TRATTATI di Pace con immaginabili conseguenze.
Questo inserto ha lo scopo di evidenziare la situazione che vive Trieste tra opposte fazioni ed è proprio questa la CAUSA PRINCIPALE che non consente ad arrivare alle sentenze giuste e definitive per il caso delle CASE ex G.M.A. a Trieste ed oltretutto non si da corso nemmeno alle decisioni che emergono dalla sentenza della Corte di Cassazione che riconosce il danno arrecato agli inquilini di Via Margherita visto che la Provincia aveva applicato equo canone non previsto dagli ORDINI G.M.A. e successive Delibere della Provincia stessa. Il canone di locazione, a quanto affermano gli interessati, è canone di locazione con patto di futura vendita.

Trieste bellissima città all’estremo Est d’Italia confinante in particolare con la vicina Repubblica di Slovenia appartenente all’Unione Europea.

Foto: Piazza Unità d’Italia

Premessa:
Il testo di seguito riportato in sintesi è stato anche proposto per la pubblicazione su una rivista cartacea con diffusione digitale per informare i cittadini e non solo i Triestini su aspetti storici che possono avere anche rilevanza economica nella situazione attuale per migliorare l’economia del territorio e la situazione reddituale dei triestini. Membri di redazione, in particolare provenienti da Trieste, si sono energicamente opposti alla diffusione del testo con questi aspetti storici che molti, me compreso, ignoravano. “La verità deve venire sempre a galla perché le bugie hanno le gambe corte” diceva mio nonno e pertanto riporto nel BLOG quanto avevo proposto. Aggiungo che tali argomenti vengono spesso ampiamente trattati a Trieste in televisione TELEQUATTRO e stampa locale IL PICCOLO e altri.

Parto dalla denuncia, presentata fin dal 2011 alle Autorità locali e nazionali, promossa da un gruppo di cittadini Triestini che hanno voluto evidenziare aspetti e fatti storici riguardanti la città di Trieste, dei quali ancor oggi i più (anche tra gli stessi Triestini) non sono a conoscenza.
Inizio con qualche cenno di storia (locale ma di interesse generale) che ho potuto conoscere negli anni recenti, grazie ad un gruppo di cittadini Triestini che hanno voluto aprire gli archivi storici, hanno iniziato a leggere i documenti trovati con costanza, pazienza e caparbietà diffondendoli anche con il supporto di mezzi informatici oggi disponibili on-line. Documento basilare di partenza è il TRATTATO di Pace di Parigi, sottoscritto il 10 febbraio 1947 al termine della seconda Guerra Mondiale. Alcuni allegati (facenti parte del Trattato) dettano in particolare le condizioni di come organizzare la zona di confine attorno a Trieste. Dall’esame di questi documenti emerge una realtà in buona parte dimenticata, che ora un Gruppo di cittadini ha riportato alla luce per mettere in evidenza quante e quali opportunità siano state perdute dalle Amministrazioni succedutesi nel tempo dal 1954 fino ad oggi, disapplicando i criteri stabiliti dal citato Trattato e ancora perseverano.

Riassumo brevemente. Terminata la guerra nel 1945, a Trieste la situazione era estremamente fluida fino a quando il Trattato del 1947 stabilì le regole di amministrazione, istituendo il Territorio Libero di Trieste (T.L.T. in inglese F.T.T.), suddiviso in due zone (Zona A e Zona B) ed amministrato temporaneamente dal Governo Militare Alleato (G.M.A. in inglese A.M.G.). Dopo il Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954, subentrò il 26 ottobre 1954 (ufficialmente alle ore 10:00 del 27 ottobre) l’Amministrazione Civile italiana nella Zona A e l’Amministrazione Civile jugoslava nella Zona B. Tale definizione di assetto per la Zona A, limitato quindi alla “sola” amministrazione civile, è ufficialmente confermato in particolare dal Consiglio di Sicurezza ONU con lettera Ban-Ki-Moon del 23 ottobre 2015.


Dai documenti sopra brevemente citati discendono alcune importantissime considerazioni: il T.L.T. (Territorio Libero di Trieste) esiste ancora oggi ed è Stato sovrano indipendente, amministrato dall’Amministrazione Civile italiana.

Il citato Gruppo di studiosi Triestini, in base ai documenti reperiti, lamenta che l’Amministrazione italiana non ha adottato i criteri amministrativi e gestionali stabiliti nel Trattato di Pace di Parigi nel 1947 e Memorandum di Londra, ed hanno invece applicato criteri e gestioni discendenti dalle Leggi vigenti anche nel resto del territorio Nazionale Italiano. Questo aspetto riguarda anche le cause giudiziarie che hanno promosso gli inquilini delle case ex G.M.A. che si sono visti mancare la continuità di quanto il G.M.A. ha stabilito con propri ORDINI e Avvisi e successive Delibere della Provincia fino al 5 Ottobre 1954. Ricordo che i cittadini del T.L.T. non parteciparono a suo tempo al referendum Monarchia/Repubblica; infatti in quel periodo erano in altro Stato. Il Memorandum di Londra, in sostanza, non ha modificato lo status ed ha stabilito il passaggio della SOLA Amministrazione della Zona A dal G.M.A. (Governo Militare Alleato) all’Amministrazione Civile italiana.


Da questi brevi ma sorprendenti cenni storici derivano molteplici conseguenze economiche per il territorio. Il Trattato di Pace di Parigi stabilisce particolari condizioni per il Territorio e per il PORTO di Trieste, in particolare la definizione di PUNTO FRANCO, con condizioni specifiche eccezionali uniche nel mondo a detta degli esperti. Ne consegue che Aree così definite nel Trattato non possono essere utilizzate diversamente, diminuite o spostate, ma soltanto ingrandite.
Ed arriviamo alla conseguente polemica che infuria nella zona Triestina, ma poco nota e seguita nel resto del Paese. Non è mio compito elencare i benefici economici di un’Area franca per attività produttive e commercio. Ovviamente però se la zona e le attività vengono destinate a usi residenziali o alberghieri si perde tale beneficio (sempre che legalmente si possa fare).
Tutto quanto esposto è oggetto ora di indagine giudiziaria. Si cerca di far luce su eventuali azioni amministrative improprie susseguitesi sul T.L.T. dopo il 1954 non applicando quanto imponeva il Trattato di Pace e Memorandum di Londra. Va posto in evidenza che con la legislazione nazionale Italiana tutto è stato recepito e nulla è stato variato e comunque qualsiasi modifica legislativa avrebbe dovuta essere ratificata dalla Potenze Internazionali firmatarie del Trattato, non essendo permesse modifiche legislative unilaterali.
Le particolari condizioni di PORTO FRANCO del T.L.T., ora riscoperto, potrebbero essere invece un richiamo tale da spingere ad allungare la navigazione pur di avere condizioni economiche e doganali favorevoli.
In quanto descritto entrano in ballo evidenti opinioni diverse dettate da considerazioni di carattere passionale, storico, politico, appartenenza linguistica. Tutto ciò ha portato e porta a decisioni che hanno provocato il lento declino di Trieste ed offuscano le iniziative che si potrebbero sfruttare per sollevare economicamente la città e il territorio.
A mio modesto avviso, va seguita legalmente la via tracciata dai Trattati, Ordini-Leggi del G.M.A, Memorandum, Leggi e Decreti legittimi conseguenti senza deviazioni e individualismi illegali. Questa è l’unica strada per non incorre in personalismi motivati da interessi di vario genere che alla fine portano solo a ledere interessi di altri.
Penso che il cambiamento è sempre possibile per il bene dei cittadini, per gli inquilini delle case G.M.A. e del territorio tutto e con benefici per gli Amministratori e per le nuove relazioni economiche possibili.

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Pubblicato da blogstelle

Cittadino interessato alle attualità